Grano, CIA Puglia: "Battaglia per il made in Italy e contro la disinformazione"
BARI - “La battaglia contro le importazioni indiscriminate di grano dall’estero è sacrosanta e va condotta sia sul piano culturale, aiutando i consumatori italiani a scegliere la qualità e la salubrità del grano italiano, sia dal punto di vista normativo e dei controlli”. E’ Cia Agricoltori Italiani di Puglia a tornare su una questione di centrale importanza per i produttori pugliesi. Stop alle importazioni selvagge, senza garanzie, senza certezze sulla qualità del grano che poi ci ritroviamo nel pane, nella pasta, nei nostri migliori prodotti.
“E’ una battaglia che va condotta in modo rigoroso, serio, non come fanno alcune pseudo associazioni sulla cui natura, e anche sui fini reali che li caratterizzano, ci sono le stesse incertezze che gravano sulla qualità del grano proveniente dall’estero”.
Negli ultimi mesi, purtroppo, Cia Agricoltori Italiani di Puglia sta rilevando che, su una questione così complessa e delicata, si va facendo strada una disinformazione controproducente. Si parla di controlli deficitari, attribuendo la titolarità del controllo e delle analisi sui carichi delle navi a organismi – come le dogane (che effettuano un controllo di altro tipo, di certo non quello inerente le analisi) o le Capitanerie di Porto – ai quali non compete affatto l’onere e la responsabilità di analizzare la qualità e salubrità degli alimenti. In alcuni ultimi articoli pubblicati su certi blog, organi ufficiali di (dis)informazione appartenenti alle pseudo associazioni di cui sopra, ci si improvvisa esperti di politica internazionale e di regolamenti europei sul controllo degli alimenti dimostrando di essere completamente all’oscuro dei meccanismi e delle normative che regolano la materia in questione. Dietro questo tipo di falsa informazione, per lo più agitata strumentalmente per fini che nulla hanno a che fare con il bene dell’agricoltura italiana e i più che sacrosanti interessi dei produttori del settore agroalimentare, sembra profilarsi lo spettro della “politica politicante”, tutta proiettata all’acquisizione di consensi del tutto slegati alla reale soluzione dei problemi. Una falsa informazione caratterizzata dalla gara a chi urla di più, a chi la spara più grossa per attirare attenzione e consensi sulla pelle e sulla rabbia di tanti agricoltori. L’ultimo e goffo tentativo di attirare l’attenzione riguarda il DON, il deossinivalenolo, una micotossina che può essere presente nei cereali. A chi tenta di mettersi sotto i riflettori strumentalmente, per accaparrare consensi che saranno spesi in chissà quale campagna elettorale, non interessa che le sue false informazioni danneggino la battaglia per promuovere la qualità e la salubrità dell’agricoltura 100% italiana.
“A CIA Agricoltori di Puglia, invece, interessa solo questo: sappiamo produrre bene e meglio degli altri, con una qualità e una salubrità che non hanno eguali nel mondo, certificando processi di produzione e provenienza di ciò che produciamo. La battaglia per il grano, il pomodoro, gli ortaggi, la frutta, le olive, l’olio e le carni italiane va condotta con serietà e rigore, avanzando proposte serie nelle giuste sedi, chiedendo il rispetto delle regole, pretendendo un adeguato livello di controllo che riesca, in Europa e in tutto il resto del mercato globale, a eguagliare i livelli di controllo cui sono giustamente sottoposti i prodotti del made in Italy. Tutto il resto sono, purtroppo, chiacchiere di avventurieri, opportunisti e mistificatori che urlano per farsi notare”.
“E’ una battaglia che va condotta in modo rigoroso, serio, non come fanno alcune pseudo associazioni sulla cui natura, e anche sui fini reali che li caratterizzano, ci sono le stesse incertezze che gravano sulla qualità del grano proveniente dall’estero”.
Negli ultimi mesi, purtroppo, Cia Agricoltori Italiani di Puglia sta rilevando che, su una questione così complessa e delicata, si va facendo strada una disinformazione controproducente. Si parla di controlli deficitari, attribuendo la titolarità del controllo e delle analisi sui carichi delle navi a organismi – come le dogane (che effettuano un controllo di altro tipo, di certo non quello inerente le analisi) o le Capitanerie di Porto – ai quali non compete affatto l’onere e la responsabilità di analizzare la qualità e salubrità degli alimenti. In alcuni ultimi articoli pubblicati su certi blog, organi ufficiali di (dis)informazione appartenenti alle pseudo associazioni di cui sopra, ci si improvvisa esperti di politica internazionale e di regolamenti europei sul controllo degli alimenti dimostrando di essere completamente all’oscuro dei meccanismi e delle normative che regolano la materia in questione. Dietro questo tipo di falsa informazione, per lo più agitata strumentalmente per fini che nulla hanno a che fare con il bene dell’agricoltura italiana e i più che sacrosanti interessi dei produttori del settore agroalimentare, sembra profilarsi lo spettro della “politica politicante”, tutta proiettata all’acquisizione di consensi del tutto slegati alla reale soluzione dei problemi. Una falsa informazione caratterizzata dalla gara a chi urla di più, a chi la spara più grossa per attirare attenzione e consensi sulla pelle e sulla rabbia di tanti agricoltori. L’ultimo e goffo tentativo di attirare l’attenzione riguarda il DON, il deossinivalenolo, una micotossina che può essere presente nei cereali. A chi tenta di mettersi sotto i riflettori strumentalmente, per accaparrare consensi che saranno spesi in chissà quale campagna elettorale, non interessa che le sue false informazioni danneggino la battaglia per promuovere la qualità e la salubrità dell’agricoltura 100% italiana.
“A CIA Agricoltori di Puglia, invece, interessa solo questo: sappiamo produrre bene e meglio degli altri, con una qualità e una salubrità che non hanno eguali nel mondo, certificando processi di produzione e provenienza di ciò che produciamo. La battaglia per il grano, il pomodoro, gli ortaggi, la frutta, le olive, l’olio e le carni italiane va condotta con serietà e rigore, avanzando proposte serie nelle giuste sedi, chiedendo il rispetto delle regole, pretendendo un adeguato livello di controllo che riesca, in Europa e in tutto il resto del mercato globale, a eguagliare i livelli di controllo cui sono giustamente sottoposti i prodotti del made in Italy. Tutto il resto sono, purtroppo, chiacchiere di avventurieri, opportunisti e mistificatori che urlano per farsi notare”.
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AGRICOLTURA