LECCE - “Il Salento rischia di perdere altri 100 ettari di terreni agricoli a causa dell’installazione di mega parchi fotovoltaici. Un danno irreversibile dal punto di vista paesaggistico e turistico. In ordine alle questioni di natura paesaggistica voglio sottolineare che le linee guida di cui la Regione Puglia si è dotata, attraverso il piano paesaggistico, escludono la trasformazione di suoli agricoli per mega impianti fotovoltaici. Non è più possibile continuare a sostenere un uso improprio del fotovoltaico che privilegia l’occupazione di suolo, altera la trasformazione del paesaggio e sottrae suoli fertili alle colture. Questo è ancora più grave in un territorio che, a causa della batteriosi da Xylella fastidiosa, sta già scontando danni enormi dal punto di vista della produzione agricola e del paesaggio duramente colpito dal disseccamento”. È quanto dichiara il consigliere del M5S Cristian Casili in merito all’avvio di sei progetti di mega-impianti fotovoltaici previsti su terreni agricoli, per i quali sono in corso le procedure di approvazione presso la Provincia di Lecce o la Regione Puglia. E riguardano Corigliano d’Otranto (società “Sorgenia-Revewables“ srl - potenza 11 MW) per ben 17 ettari di superficie agricola; Guagnano (società “Sunnergy System” srl - potenza 10 MW) per altri 5 ettari; Copertino (società “Solar Italy XII” srl - potenza 3 MW) per 1,5 ettari; Nardò (società Tecno Energy - potenza 46 MW) che andrebbe ad occupare 44 ettari; Porto Cesareo (società “Porto De Cesareo” srl - potenza 6 MW), superfice 3 ettari e Galatina (società “Byo - pro DEV2” srl - potenza 42.000 MW) che andrà a estendersi su 21 ettari.
“Mi auguro che tutti gli enti competenti coinvolti nel procedimento e nella valutazione dei progetti - prosegue Casili - tengano conto del documento di aggiornamento del Pear, che pone l’attenzione sulla necessità di rendere coerente lo sviluppo delle energie rinnovabili con la qualità e l'identità dei diversi paesaggi della Puglia, di circoscrivere gli ambiti di diffusione degli impianti di taglia industriale nelle apposite aree industriali, di garantire alti standard di qualità paesaggistica, ecologica ed ambientale, di preservare gli usi produttivi del suolo, di promuovere le energie da autoconsumo nelle città e negli edifici rurali. Inoltre, si tenga conto del Pptr che promuove una tendenza per disincentivare la localizzazione di impianti rinnovabili in territorio agricolo, concentrando gli stessi nelle aree produttive, sulle coperture di abitazioni, parcheggi, edifici commerciali. Questi progetti possono essere in contrasto con alcune previsioni del Piano di Tutela delle Acque, poiché le previsioni progettuali che prevedono la realizzazione di infrastrutture quali viabilità interna, fondazione di pali, cabine elettriche e trincee dei cavidotti potrebbero alterare il deflusso delle acque e la permeabilità del terreno tanto da compromettere le caratteristiche della falda superficiale. L’obiettivo - conclude Casili - deve essere, invece, quello di favorire la diffusione di un sistema di generazione distribuito dell’energia da fonte rinnovabile, la cui caratteristica tipica deve essere la localizzazione della produzione in prossimità dell’utente finale, per superare gli impatti negativi dovuti alla realizzazione di grandi impianti rinnovabili”.