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Per le mucche – sottolinea la Coldiretti – il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. Per questo – rileva la Coldiretti – sono già scattate le contromisure anti afa nelle stalle dove gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo perché ogni singolo animale è arrivato a bere con le alte temperature di questi giorni fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi meno caldi. Nelle stalle sono entrati in funzione anche ventilatori e doccette refrigeranti per sopportare meglio la calura e i pasti vengono dati un po’ per volta per aiutare le mucche a nutrirsi al meglio senza appesantirsi. Al calo delle produzioni di latte si aggiunge poi – continua la Coldiretti – un aumento dei costi alla stalla per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere per aiutare gli animali a resistere all’assedio del caldo.
Il 2020 è stato fino adesso di oltre un grado (+1,01 gradi) superiore alla media storica classificandosi al quarto posto tra i più bollenti dal 1800, sulla base dell’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr relativi ai primi sette mesi dai quali si evidenzia anche la caduta del 30% di pioggia in meno che ha procurato l’allarme siccità in Italia dove i livelli del Po e dei grandi laghi sono in discesa, le riserve idriche nazionali in affanno ed è favorito il propagarsi degli incendi spesso dolosi. Sono 450 i roghi negli ultimi due mesi per i quali è stato chiesto al Dipartimento della Protezione civile l’intervento dei mezzi della flotta aerea dello Stato per aiutare le operazioni di spegnimento a terra con un tragico bilancio – spiega la Coldiretti – di migliaia di ettari bruciati, animali morti, alberi carbonizzati, oliveti e pascoli distrutti e fiamme che arrivano a lambire le città .
Con il clima torrido e la siccità gli agricoltori preparano irrigazioni di soccorso per salvare le colture in campo, dalle insalate ai peperoni, dalle angurie ai pomodori, bruciati dalle alte temperature in una situazione in cui – sottolinea la Coldiretti - il livello del Po al Ponte della Becca (Pavia) è sotto di quasi 3 metri rispetto allo zero idrometrico e nel Delta si fa sempre più grave il problema del cuneo salino che, con il grande fiume troppo debole per fermarlo, risale dal mare e rende inservibile l’acqua per l’irrigazione e desertifica la terra.
I maggiori laghi del nord che dissetano la Pianura Padana sono in affanno con il lago Maggiore che – spiega la Coldiretti – è svuotato per l’83%, il lago Como, per il 75%e quello di Iseo al 55% Ma sono in forte deficit da mesi anche i bacini del centro-sud – conclude la Coldiretti – dalle Marche alla Sicilia, dalla Puglia fino alla Basilicata dove i principali invasi hanno 50 milioni di metri cubi di acqua in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 secondo l’Autorità di bacino regionale.
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