FRANCESCO GRECO - LEUCA (LE). Mirco Antonio Vigna stavolta raddoppia: 5 Stelle d’Oro per la Cucina e la nomina di delegato regionale A.I.C. (Associazione Italiana Cuochi, presidente lo chef Simone Falcini, 35 ristoranti fra Italia ed estero e seconda stagione del “Migliore Chef d’Italia” su SKY e su Canale Italia). La stagione turistica 2023 si apre con una bellissima notizia, che allunga la striscia dei successi e dei trofei nelle bacheche delle eccellenze pugliesi nel ramo cucina e pasticceria.
Si è infatti appena conclusa la II edizione del premio ”5 Stelle d'Oro della Cucina” italiana nel mondo, che si è svolto in Terra di Lavoro, alla Reggia di Caserta: il Parco delle Fortificazioni a Capua e il Teatro “Ricciardi”, sempre a Capua.
Dopo la foto di rito presso la celebre Reggia, le istituzioni e le aziende enogastronomiche del territorio hanno offerto un buffet per un momento di convivialità precedendo la premiazione. Le due città hanno festosamente accolto le 150 “giacche bianche” che hanno sfilato nelle principali strade.
L’evento, patrocinato dalla Regione Campania e i Comuni di Caserta e Capua, ha avuto come sponsor Elba Logistica e Imballaggi (famiglia Capasso) e il Gruppo EdaCasa (famiglia Dell’Aversana).
L’evento è giunto in Campania dopo aver fatto tappa lo scorso anno in Toscana, ha premiato oltre 30 “Chef Stellati Michelin” e “Food Blogger”.
Soddisfatto Falcini: “Il premio non è dietro pagamento, non è automatico e non è dovuto, per questo ha un enorme valore nel panorama della ristorazione. Siamo molto orgogliosi dei passi fatti sino a oggi come Associazione. Il premio che AIC conferisce è il coronamento della fatica quotidiana che ogni professionista mette ogni giorno per regalare momenti di convivialità ed emozione sulle tavole dei propri clienti”.
Anche quest’anno tra i premiati, come già
accennato, lo chef Vigna, originario di
Presicce (Lecce) ed Executive Chef ormai
da 11 anni al “Messapia Hotel & Resort” di
Santa Maria di Leuca. Ha conquistato
l’autorevole giuria col suo “Quadrotto di
tonno rosso in agrodolce con gamberone di
Gallipoli e lardo di patanegra su crumble di
tarallo e fiore di cappero”.
Il suo “segreto”? Determinazione, costanza, ma soprattutto originalità dei suoi piatti, creati rigorosamente con prodotti del suo territorio, dai quali scaturisce l’attaccamento alla sua terra e alla propria cultura enogastronomica. Tutte qualità che hanno contribuito alla sua nomina a Delegato Regionale dell’A.I.C.
“Questo riconoscimento – osserva soddisfatto Mirco - non è affatto un traguardo, ma un punto di partenza dal quale avviare una nuova serie di progetti futuri radicati nel nostro territorio”. Come si dice in questi casi: ad majora!
Il suo “segreto”? Determinazione, costanza, ma soprattutto originalità dei suoi piatti, creati rigorosamente con prodotti del suo territorio, dai quali scaturisce l’attaccamento alla sua terra e alla propria cultura enogastronomica. Tutte qualità che hanno contribuito alla sua nomina a Delegato Regionale dell’A.I.C.
“Questo riconoscimento – osserva soddisfatto Mirco - non è affatto un traguardo, ma un punto di partenza dal quale avviare una nuova serie di progetti futuri radicati nel nostro territorio”. Come si dice in questi casi: ad majora!