LECCE – "Le accuse di truffa e di essere privilegiate rivolte alle aziende agricole salentine da parte dell’Ordine degli Agronomi di Puglia sono irresponsabili, ingiuste e scellerate. La Xylella è stata ed è una sciagura che non auguriamo a nessuno, ci siamo battuti con tutte le nostre forze, e continueremo a farlo, per assicurare alle aziende olivicole drammaticamente danneggiate dal batterio le risorse necessarie da un lato a contrastare l’ulteriore avanzata della Xylella, dall’altro a riacquistare il potenziale produttivo distrutto negli ultimi 10 anni da questa vera e propria sciagura".
Risponde con rabbia e rammarico Benedetto Accogli, presidente di CIA Salento e vicepresidente di CIA Agricoltori Italiani di Puglia, alle durissime e non provate accuse lanciate contro le aziende salentine che, a detta di chi ha sferrato l’attacco, sarebbero ‘colpevoli’ di accentrare sul Salento una quota ingente di finanziamenti a danno delle imprese agricole degli altri territori pugliesi.
"È una guerra tra poveri che non fa onore a chi l’ha intrapresa con dichiarazioni molto gravi" aggiunge Benedetto Accogli. "Gli agricoltori salentini, da oltre 10 anni ormai, stanno subendo danni enormi dalla Xylella e non solo. Diversi imprenditori agricoli del Salento non hanno retto alla sofferenza e alla disperazione di questi anni. È forse un privilegio quello di combattere contro un batterio che ha distrutto milioni di ulivi e ridotto di oltre due terzi il potenziale olivicolo di un territorio da sempre legato alla sua olivicoltura? Altro che privilegio! Molte aziende stanno andando avanti con sacrifici immani, aiutate dagli agronomi leccesi. Siamo stati noi di CIA Salento a chiedere alla Regione Puglia di dare priorità a chi stava e continua a stare peggio di tutti, cioè ai territori colpiti dalla mannaia inesorabile della Xylella. Difendiamo con fermezza questo territorio e gli agricoltori salentini, avendo il massimo rispetto, ci mancherebbe altro, degli agricoltori di tutti gli altri territori, anch’essi costretti in questi anni a compiere sacrifici enormi. Ma penalizzare e attaccare i propri fratelli, appartenenti allo stesso territorio regionale, è davvero allucinante, così come è incredibile non riuscire a comprendere l’eccezionale svantaggio competitivo che il Salento in questi anni ha dovuto subire per la diffusione di un batterio che ha cambiato i connotati anche al paesaggio, oltre che a incidere fortemente sul reddito di migliaia di famiglie. Sono state stanziate delle risorse che, in gran parte, devono ancora essere effettivamente erogate. Qui nessuno si è arricchito, ma tutti cercano di impegnarsi affinché l’agricoltura salentina sia ricostruita, passo dopo passo, dovendo fare i conti anche con i tempi degli iter burocratici che rallentano e appesantiscono un percorso ancora all’inizio. Non abbiamo la bacchetta magica e non è accettabile che si abbia da ridire sulle priorità che alcuni bandi riservano alle zone salentine colpite dalla Xylella. Per la ricostruzione dei muretti a secco, per esempio, negli ultimi 10 anni al Salento non è arrivato alcun incentivo, mentre a beneficiarne maggiormente sono stati i territori di Bari e di Foggia. Ma di certo dal Salento non è partita alcuna guerra né su questo né su altri provvedimenti analoghi".
A dare manforte alle dichiarazioni di Accogli c’è anche Gennaro Sicolo, presidente regionale di CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani. "Non cadiamo in queste trappole" dichiara Sicolo "perché gli agricoltori di tutta la Puglia devono restare uniti, compatti, e lottare insieme dalla punta più a Nord della regione fino al lembo di terra più a Sud. Solo uniti possiamo rivendicare la giusta attenzione a un comparto, quello primario, che negli ultimi anni è messo a dura prova non solo da calamità , fitopatie e problemi di ogni genere, ma anche da una serie di problematiche strutturali che meritano risposte serie e maggiore attenzione. La Xylella è un problema enorme, vanno trovate e applicate soluzioni concrete per restituire ai territori colpiti tutto il potenziale produttivo andato distrutto in questi anni. È una battaglia che deve unire tutta la Puglia, non dividerla, e che deve essere proiettata anche a livello più ampio, con una task force internazionale impegnata a supportare meglio la ricerca scientifica per soluzioni efficaci".