Innovazione, mappature e carbon neutrality: il futuro agricolo del Salento secondo il Progetto 'Rigenerazione Sostenibile'


LECCE - Cartografie interattive, mappature della fertilità del suolo e delle acque, crediti di carbonio e strumenti tecnologici innovativi: questo è il cuore della conferenza del 20 settembre, organizzata nel suggestivo Chiostro del Rettorato dell'Università del Salento a Lecce, dove il Distretto Agroalimentare di Qualità Jonico Salentino (DAJS) ha presentato i primi risultati del Progetto di ricerca e sviluppo "Rigenerazione Sostenibile". Un evento cruciale, non solo per il mondo scientifico, ma soprattutto per gli agricoltori delle province di Lecce, Brindisi e Taranto, devastate negli ultimi anni dalla Xylella fastidiosa, il batterio che ha distrutto migliaia di ulivi.

Il Progetto "Rigenerazione Sostenibile" è nato dall'esigenza di fronteggiare una delle peggiori emergenze fitosanitarie mai registrate, che ha coinvolto oltre 7.000 chilometri quadrati e interessato più di 150 amministrazioni pubbliche. L'obiettivo è chiaro: ripensare il sistema agricolo del Salento, rendendolo più resiliente e sostenibile di fronte alle sfide climatiche e ambientali future.

Coordinato dal DAJS e con il supporto del Ministero dell’Agricoltura, il progetto vede il coordinamento tecnico di Fabrizio De Castro e la partecipazione di sei prestigiosi enti accademici e di ricerca: l'Università del Salento (Unisalento), l'Università degli Studi di Bari Aldo Moro (Uniba), il Politecnico di Bari (Poliba), l'Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del CNR (IPSP-CNR), l'Istituto Agronomico Mediterraneo (CIHEAM-Bari) e il Centro di Studi per i Cambiamenti Climatici (CMCC).

Un “progetto corale” per la rigenerazione del Salento

L’evento è stato aperto dal presidente del DAJS, Pantaleo Piccinno, che ha restituito alla platea un’immagine vivida della resilienza degli agricoltori e della rinascita del Salento e introdotto i principali relatori della giornata: Fabio Pollice, rettore di Unisalento, Teodoro Miano, segretario generale del CIHEAM, e Riccardo Valentini, componente del Comitato Strategico della Fondazione CMCC. I ricercatori del progetto hanno poi illustrato i risultati intermedi di tre dei 15 task del progetto, ciascuno dei quali si concentra su un’area specifica della rigenerazione agricola.

Dajs Atlas: una guida tecnologica per il futuro dell’agricoltura salentina

Uno dei momenti più significativi dell’evento è stata la presentazione del progetto Dajs Atlas, illustrato dal ricercatore Marco Sarcinella (Unisalento) nell’ambito del task "Sistema di Supporto Decisionale" (DSS), coordinato da Nicola Martinelli.

Dajs Atlas è una piattaforma web innovativa, concepita per supportare agricoltori, decisori politici e cittadini nella gestione e rigenerazione sostenibile dell’agricoltura. È un sistema modulare e scalabile che raccoglie tutti i risultati del progetto di ricerca "Rigenerazione Sostenibile dell’Agricoltura nei Territori Colpiti da Xylella Fastidiosa".

Il Sistema di Supporto alle Decisioni (DSS) di Dajs Atlas permette agli utenti di incrociare le loro esigenze specifiche con le azioni di rigenerazione agricola più adatte, generando scenari su misura basati su diverse aree tematiche: dai nuovi scenari produttivi post-Xylella all’acqua e suolo, biodiversità, paesaggio, carbon neutrality, logistica, energia, patrimonio rurale, capitale umano e sostenibilità. Questo strumento è progettato per fornire agli agricoltori e ai decisori politici dati personalizzati che li aiuteranno a prendere decisioni strategiche, orientate alla resilienza e alla produttività del territorio.

Un altro elemento fondamentale di Dajs Atlas è la cartografia interattiva. Questa interfaccia permette agli utenti di visualizzare lo stato attuale del territorio, comprese le condizioni del suolo, la disponibilità delle risorse idriche, le stime dell’apporto di nutrienti come azoto e potassio, e altri fattori chiave che influenzano la produzione agricola. La possibilità di monitorare il territorio in tempo reale consente agli agricoltori di pianificare interventi più efficaci e tempestivi.

In aggiunta, la piattaforma include un’interfaccia documentale, che facilita l’accesso a un archivio di documenti essenziali come modelli di rigenerazione, normative, casi studio e linee guida. Tutte le informazioni raccolte confluiranno in Dajs Atlas, restituendo alla comunità agricola e istituzionale uno strumento pratico per affrontare le sfide future.

Luci e ombre sui suoli e le acque del Salento: un quarto dei suoli ha problemi di fertilità

L’unità operativa del CIHEAM Bari responsabile del Task "Risorse idriche e Suolo", coordinata dal Donato Mondelli, ha presentato i risultati dell’attività di analisi e caratterizzazione dei suoli e delle acque irrigue del territorio salentino colpito dalla Xylella fastidiosa delle provincie di Lecce, Brindisi e Taranto, che ha permesso di valutare lo stato di fertilità dei suoli e la qualità delle acque irrigue dei pozzi nelle aree interessate dal progetto.

Le analisi svolte hanno evidenziato che il livello di fertilità dei suoli salentini non è ancora del tutto compromesso, ma la situazione è particolarmente delicata. La buona notizia è che non si riscontra ancora nessun fenomeno di salinizzazione. A destare preoccupazione è però il livello di sostanza organica, che rappresenta l’elemento chiave della fertilità: dalle analisi questo parametro risulta basso nel 24 % dei suoli esaminati. Ciò significa che un quarto dei terreni non è idoneo alla coltivazione produttiva. Nel restante 76% il livello di sostanza organica varia da sufficiente ad alto, ma preoccupa lo scenario evolutivo che potrebbe, nel giro di pochi anni, far diventare la metà dei suoli salentini off-limits alle coltivazioni. Per questo occorre intervenire tempestivamente con nuove piantumazioni e pratiche sostenibili.

Desta allarme anche la situazione riguardante la qualità delle acque irrigue dei pozzi analizzati: nel 70% dei casi presentano livelli di salinità che comportano limitazioni d’uso in agricoltura e che nel tempo potrebbero degradare la qualità dei terreni. Alla luce del cambiamento climatico in atto, questa situazione è probabilmente destinata a peggiorare ulteriormente, e ciò suggerisce la necessità di un nuovo approccio all’approvvigionamento idrico per uso irriguo anche con il recupero di acque reflue affinate, che potrebbero apportare nutrienti migliorativi della qualità dei suoli.

I risultati di questo lavoro hanno permesso di chiarire la situazione esistente, individuando alcune problematiche e andando a costituire una delle basi per la definizione di buone pratiche per la gestione sostenibile delle risorse idriche e del suolo, nella prospettiva di nuovi scenari agricoli e di un'agricoltura resiliente e sostenibile per il futuro del Salento.

Carbon Neutrality: un obiettivo raggiungibile grazie alla tecnologia

Uno dei momenti più attesi della giornata è stato l’intervento di Maria Vincenza Chiriacò, del CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici), task leader del settore Carbon Neutrality. La ricercatrice ha illustrato un innovativo strumento tecnologico che può rivoluzionare il modo in cui gli agricoltori del Salento pianificano e gestiscono le loro coltivazioni. Questo tool, che sarà accessibile semplicemente attraverso un QR Code, fornirà agli agricoltori una mappa esplorabile in grado di dettagliare quali colture sono le più vocate per il territorio, combinata con una serie di informazioni cruciali.

La mappa non si limita, infatti, a mostrare le coltivazioni che attualmente o in futuro potranno essere prodotte in una determinata area, ma integra dati essenziali relativi alle caratteristiche climatiche del territorio, ai fabbisogni idrici delle diverse colture e alle emissioni di CO2 associate a ciascuna coltivazione.

In questo modo, gli agricoltori potranno prendere decisioni informate su come gestire le proprie terre, sostituendo gli ulivi distrutti dalla Xylella con colture che siano adatte alle condizioni attuali e future del clima, ma che al contempo siano sostenibili dal punto di vista delle emissioni di carbonio.

Un aspetto innovativo di questo tool è la possibilità di esplorare diverse opzioni di gestione in grado di contribuire significativamente alla mitigazione dei cambiamenti climatici e generare crediti di carbonio. Questo significa che gli agricoltori, oltre a coltivare in modo sostenibile, potranno accedere all’opportunità di vendere i crediti di carbonio che generano attraverso l’applicazione di pratiche virtuose, ottenendo così un vantaggio economico addizionale rispetto al reddito agricolo.

Il sistema è progettato per semplificare il complesso processo di utilizzo delle terre e di gestione agricola, con un occhio attento alla sostenibilità ambientale e al profitto economico, contribuendo a costruire un futuro agricolo carbon neutral per il Salento.

Questo strumento rappresenta un supporto concreto per gli agricoltori che si trovano ad affrontare le devastazioni della Xylella e che vogliono ripensare le proprie coltivazioni in un'ottica sostenibile, offrendo soluzioni che combinano tecnologia, innovazione e rispetto per l’ambiente.

L'obiettivo generale dell’area tematica “Carbon Neutrality” è infatti quello di rendere l'agricoltura e la produzione alimentare più sostenibili, riducendo le emissioni di carbonio e creando un distretto agricolo carbon neutral. Le iniziative in questo campo mirano a combattere il cambiamento climatico attraverso pratiche agricole innovative e sostenibili.

Verso un futuro sostenibile per il Salento

L’evento del 20 settembre ha rappresentato un passo importante per la rigenerazione del Salento, aprendo nuove strade verso un’agricoltura sostenibile e innovativa. I risultati intermedi presentati dimostrano come la tecnologia e la ricerca scientifica possano offrire soluzioni concrete per affrontare la crisi causata dalla Xylella, trasformando il Salento in un modello di resilienza e sostenibilità per tutto il Mediterraneo.

Dichiarazioni:

Pantaleo Piccinno, presidente del DAJS, ha sottolineato l'importanza di questa nuova modalità di sostegno alle imprese, con un approccio trasversale che non si limiti ai singoli investimenti, ma che consideri il territorio nel suo complesso: “La distruzione causata dalla Xylella potrà essere superata solo se il popolo salentino sarà in grado di sviluppare una visione a lungo termine, capace di delineare le strategie necessarie e di immaginare scenari di sostenibilità sociale, ambientale ed economica per l’intero territorio. Il DAJS ha avuto l'onore di coordinare un importante progetto di ricerca scientifica, ha lavorato per costruire programmi di ricerca ambiziosi, coinvolgendo sei istituti universitari e 50 gruppi di ricerca, con l'obiettivo di delineare il futuro del territorio salentino. Alla luce dei risultati intermedi siamo pronti a costruire, insieme un grande processo di concertazione e condivisione, fondato sulle evidenze scientifiche emerse.”

Piccinno ha inoltre evidenziato l'importanza della piattaforma informatica Dajs "Atlas", sviluppata per supportare i processi di rigenerazione del Salento. “Atlas non solo raccoglierà i risultati delle ricerche, ma sarà uno strumento interattivo che coinvolgerà l'intera comunità salentina in un processo di condivisione e partecipazione”.

Il presidente ha concluso ricordando che, nei prossimi mesi, questo processo di condivisione porterà alla definizione di “azioni concrete, condivise tra scienziati, imprenditori e cittadini, per reagire in modo organizzato e scientifico al disastro causato dalla Xylella e per costruire un futuro sostenibile per il territorio. Il Dajs ci ha creduto ma abbiamo bisogno dell’apporto di tutto il popolo salentino. Nei prossimi anni il Salento dovrà puntare su nuove colture per rigenerare tutto il territorio”.

Fabio Pollice, rettore UniSalento e componente Cts Dajs: Il progetto di Rigenerazione dell'agricoltura e del paesaggio dei territori colpiti da xylella è molto di più di quello che immagina. Stiamo lavorando a delle indicazioni che forniscano agli attori pubblici e privati linee di azione degli obiettivi da perseguire, non solo per rigenerare l'agricoltura, ma per fare di questa Rigenerazione un'azione per rigenerare l'ambiente. Questo penso sia il più grande risultato. Il binomio agricoltura / ambiente è imprescindibile.

Dobbiamo lavorare come abbiamo fatto sin dall'inizio. Se vogliamo davvero rigenerare l'agricoltura e l'ambiente dobbiamo coinvolgere attori pubblici e privati, creare un modello di coordinamento che sia efficace e duraturo, perché stiamo parlando di un progetto che si proietterà nei prossimi decenni. Una cosa che iniziamo oggi e che si svilupperà in un arco temporale ampio, grazie al contributo di tutti.

Oggi dobbiamo guardare al di là del flagello della Xylella, interrogarci - e questo abbiamo fatto con gli esperti dei più importanti enti di ricerca della Puglia - sull'analisi della situazione attuale e della configurazione dei territori colpiti, capire quali sono gli elementi che hanno determinato la crisi - la Xylella è solo uno degli elementi - ma oggi il problema dei cambiamenti climatici ci impone di ripensare l'assetto dell'agricoltura, di ripensare il capitale naturale tenendo sempre presente che le varietà che andremo a utilizzare oggi dovranno avere una resistenza ai cambiamenti climatici. Non dobbiamo solo rigenerare, ma rigenerare nell'ottica di un cambiamento complessivo dello scenario in cui andremo a operare”.

Il professor Riccardo Valentini, componente del Comitato Strategico della Fondazione CMCC, premio Nobel e membro del comitato tecnico scientifico del DAJS, ha sottolineato l'importanza del progetto nell'ottica dei cambiamenti climatici: "Dopo la devastazione causata dall'epidemia che ha colpito il paesaggio jonico salentino e la sua economia, è necessario guardare al futuro e ricostruire la capacità produttiva del territorio. Il progetto di rigenerazione sostenibile, coordinato dal DAJS, rappresenta una grande opportunità per ridare vita al Salento e offrire un piano di sviluppo con l'obiettivo di traguardare il futuro, cercare di interpretarlo e metterci nelle condizioni di guidarlo. Ciò per cui stiamo lavorando è offrire le soluzioni migliori, per dare sicurezza alla comunità, alla gente, agli imprenditori. E non si può parlare di futuro se non si parte dai cambiamenti climatici. È fondamentale affrontare le sfide dei cambiamenti climatici, che stanno aumentando l'incertezza per gli operatori agricoli. Attraverso strumenti come modelli di scenario e tecnologie avanzate, il progetto mira a rendere il territorio più resistente e resiliente, mettendo insieme ricerca e istituzioni per il bene comune. "

Teodoro Miano, del comitato tecnico scientifico del DAJS e segretario generale del CIHEAM, ha aggiunto: "Grazie alla collaborazione di decine di esperti e gruppi di ricerca, il progetto mira a sviluppare soluzioni sostenibili per riprogrammare i sistemi agricoli e creare una piattaforma informatica in grado di supportare le decisioni tecnico-politiche. L'analisi approfondita del contesto territoriale, comprendente aspetti climatici, risorse naturali, accessi a energia e mercati, sequestro di carbonio e sostenibilità, rende davvero unico il progetto".