Halloween: da incubo per le zucche italiane, 1 su 4 sparita tra maltempo e siccità

Halloween da incubo per le zucche italiane, con un crollo della produzione del 25% tra gli effetti del maltempo e delle alluvioni al Nord e la siccità al Sud. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sull’andamento stagionale dell’ortaggio simbolo della Festa di Ognissanti, che si celebra il 31 dicembre. Proprio nelle settimane della ricorrenza si moltiplicano gli acquisti, per un giro d’affari stimato da Coldiretti in circa 30 milioni di euro.

Si tratta per la quasi totalità di prodotti destinati al consumo alimentare anche se cresce l’attenzione per le zucche ornamentali da intagliare, per le quali proprio Halloween rappresenta oltre il 90% del mercato. Esemplari che possono essere di piccola taglia o di grandi dimensioni, di forma variabile (allungate a forma di tubo, a trombetta, a cappello, schiacciate, a spirale, tonde) e persino di colore differente, dal verde al rosso accesso, fino alle colorazioni striate. 

Tra tavola e intaglio, il prezzo medio al dettaglio viaggia quest’anno intorno ai 2/2,50 euro al chilo, ma può anche raddoppiare o triplicare se sbucciata e tagliata.

Una situazione difficile da Nord a Sud

In Lombardia, dove si coltiva circa ¼ della produzione nazionale, si prevede un calo medio nelle rese di circa il 30% rispetto allo scorso anno. A ridurre la disponibilità di prodotto sono state le anomalie climatiche – rileva la Coldiretti – e nello specifico l’eccesso di precipitazioni, che ha caratterizzato sia il periodo delle semine sia la fase finale della stagione produttiva. Tra le varietà di zucca che hanno risentito di più dell’andamento climatico – spiega la Coldiretti – ci sono la “beretta piacentina”, quella “americana” e la zucca “cappello del prete”. Addirittura peggiore la situazione in Puglia dove la siccità ha tagliato in media del 40% la raccolta, a causa della grave carenza d’acqua e del caldo fuori stagione anche in autunno. Male anche in Campania dove nel Casertano si è registrato un anno difficile per la produzione per i problemi legati al caldo. Nelle zone basse questo fattore ha influenzato in maniera determinante sulla resa, fino al 40% in meno per ettaro. Tra le principali regioni produttrici, positiva, invece, la situazione in Veneto mentre nel Ferrarese, in Emilia, il bilancio è buono per chi aveva già raccolto prima dell’alluvione.

Accanto a varietà internazionali come l’Americana, la Butternut, l’Asterix, molti imprenditori agricoli in Italia – continua la Coldiretti – sono impegnati nella conservazione di quelle tradizionali come la zucca Cappello del prete, la Berretta piacentina, la Mini Moscata, la Violina, la Moscata, la Trombetta e la Delica della quale si utilizza tutto, dalle foglie ai fiori, dalla buccia ai semi oltre naturalmente la polpa.

Aumentano le importazioni dall’estero

Al calo della produzione italiana si aggiunge peraltro l’aumento delle importazioni dall’estero, cresciute del 38% in quantità nei primi sette mesi dell’anno, con 15 milioni di chili di prodotto, di cui circa i due terzi arrivano dall’Africa, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat, dove possono essere coltivate con l’utilizzo di sostanze vietate nella Ue. La mancanza dell’obbligo dell’etichetta d’origine sulle zucche tagliate o trasformate (dalle zuppe ai semini) rende peraltro difficile ai consumatori riuscir a identificare il vero prodotto italiano. Il consiglio della Coldiretti è dunque quello di acquistare le zucche direttamente nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica per assicurarsi la qualità e la tracciabilità di quanto si porta in tavola.

Cresce lo “zuccaturismo”

Stanno crescendo anche le esperienze di “zuccaturismo” che – conclude Coldiretti – in tutta Italia attirano decine di migliaia di visitatori, con vere e proprie esperienze dedicate come il Villaggio delle zucche di Nonno Lele a Treviso o il Il Giardino Delle Zucche – Pumpkin Patch di Pignataro Maggiore, nel Casertano.