Xylella: la resistenza degli ulivi tra scienza e comunità

credits: Save the olives
LECCE - La Xylella fastidiosa, il batterio che ha devastato milioni di ulivi nel Salento, rappresenta una delle più gravi emergenze agricole del Mediterraneo. La "piaga degli ulivi" ha trasformato vaste aree di campagna in cimiteri vegetali, minacciando non solo l’economia agricola, ma anche l’identità culturale e paesaggistica del territorio. La risposta a questa crisi, inizialmente incerta e altalenante, si è poi evoluta, sempre con alti e bassi, grazie all'azione decisa di associazioni e centri di ricerca che si sono mobilitati per limitare i danni e costruire un futuro più sostenibile. 

Alcuni dei protagonisti hanno guadagnato eco internazionale, come Save the Olives, fondata con l’obiettivo di preservare gli ulivi secolari, che collabora con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e ha sviluppato tecniche di innesto su varietà resistenti come il Leccino e la Favolosa. Grazie al coinvolgimento di testimonial di spicco, come Helen Mirren, l'organizzazione ha portato il problema della Xylella all'attenzione mondiale. Oggi, Save the Olives si occupa anche di formare innestatori professionisti e di educare il pubblico attraverso campagne visive che evidenziano la gravità della situazione. Tra i progetti, spicca l’adozione di ulivi monumentali, un gesto simbolico che unisce le persone alla causa.
Il team Olivami
L'approccio di Olivami è altrettanto innovativo: si tratta di una riforestazione sostenibile attraverso l'adozione di nuovi ulivi. L'organizzazione si propone di reimpiantare varietà resistenti, invitando sia privati che aziende a sponsorizzare la piantumazione. I donatori ricevono aggiornamenti sui loro ulivi, creando così un legame emotivo con la terra. Questo modello ha il duplice scopo di rigenerare il paesaggio e coinvolgere direttamente la società civile nella lotta contro il batterio.

La ricerca scientifica rimane un pilastro fondamentale nella lotta contro la Xylella. Il CNR e l'Università di Bari hanno testato varietà resistenti e sviluppato metodi per rallentare la diffusione del batterio. Le "Screen House", serre dedicate agli studi, sono una risorsa cruciale per testare nuove soluzioni. Allo stesso tempo, iniziative come quelle di Foresta Forte si concentrano sulla mappatura e la conservazione degli ulivi secolari, assicurando interventi mirati per preservare questi simboli di biodiversità.

In questo contesto, il coinvolgimento di cittadini e aziende si è dimostrato fondamentale in questa lotta. L’adozione di ulivi per riforestare il territorio, la formazione per sensibilizzare il maggior numero possibile di persone su questo tema e la diffusione delle iniziative sono solo alcune delle azioni che possono portare speranza all’intera comunità e a coloro che sono stati direttamente o indirettamente coinvolti. (Federico Aversa)